Thomas Christopher Lewis è stato tra i leader dell’arte organaria nel tardo XIX secolo in Gran Bretagna e ha raggiunto una grande fama per l’eccellenza tonale e costruttiva dei propri strumenti, rinomati per la minuziosa cura dei dettagli e costruiti con materiali di prima qualità.
Nato a Londra nel 1833, si formò inizialmente come architetto, stringendo rapporti con molti dei più importanti architetti del tempo, in particolare J. F. Bentley, progettista della Cattedrale di Westminster e poi di numerose casse decorative. Nel 1868 istituì la Lewis & Co. raccogliendo nella sua fabbrica di Brixton, a sud di Londra, un grande team di artigiani qualificati che nel 1900 aveva costruito circa 600 organi, già famosi tanto per l’eccezionale qualità della loro lavorazione tanto per le sonorità. I suoi lavori e la qualità della tavolozza armonica che li caratterizza costituiscono un unicum nell’Era Vittoriana e nell’aprirsi del Novecento e combinano, in una mirabile sintesi personale britannica, le influenze degli organi realizzati da Schulze e da Aristide Cavaillé-Coll.
Lewis aveva meticolosamente studiato i lavori organari di Edmund Schulze, sia il piccolo strumento mandato dalla fabbrica di Paulinzelle in Germania per l’Esposizione di Londra del 1851, sia quello più prestigioso poi realizzato nella Parish Church di Doncaster. Proprio da Schulze egli deriva per i propri strumenti un’esplicita predilezione per i fondi robusti, persino austeri, ma al tempo stesso di grande chiarezza ed eleganza, come Geigen Principal, Flauto Traverso, Lieblich Gedackt e Rohr Flöte.
L’incontro con l’organaria francese e, soprattutto, con il suo principale esponente Aristide Cavaillé-Coll, avvenne intorno al 1880 grazie a Mrs Eley, una colta e facoltosa musicista dilettante che spesso ospitava numerosi organisti famosi, soprattutto francesi quali Widor, Saint-Saens e Guilmant. In particolare rapporto di amicizia con quest’ultimo, si rivolse a lui per la progettazione di un nuovo organo per la sua casa londinese in Finchley Road, organo che venne poi realizzato da Lewis nel 1885 con la benedizione dell'organaro francese. Da Cavaillé-Coll — che lo definì il suo miglior discepolo inglese — Lewis mutuò invece l’impiego dei flauti armonici, degli “strings” e di ance dall’immediata qualità sonora.
L’originalità di Lewis è ben evidente anche rispetto ai modelli presenti nell’Inghilterra dell’epoca; addirittura marcatamente opposta rispetto a quella di un altro grande organaro inglese, Henry Willis. Tra i due ci fu infatti una consapevole rivalità che Lewis espresse chiaramente nel proprio pamphlet “A protes against the modern developement of unmusical tone” (1897) in cui — senza mai nominare il rivale — prese le distanze da alcune pratiche caratteristiche di Willis: l’impiego di alte pressioni per le ance, il taglio alto delle bocche, l’uso di tierce mixtures, etc.
Purtroppo solo pochissimi degli strumenti più grandi di Lewis sono rimasti intatti, benché non siano sfuggiti al desiderio delle generazioni successive di modificarli, ampliarli o “migliorarli” in quella tavolozza armonica continentale che appariva invece inaccettabile per i gusti affermatisi nel periodo tra le due guerre. La sua predilezione per ance a bassa pressione venne infatti derisa da critici come George Dixon. Molti organi, inoltre, vennero distrutti durante la seconda guerra mondiale, in particolar modo nei sobborghi di Londra.
Il magnifico organo della Southwark Cathedral di Londra, realizzato nel 1897 — uno dei pochi strumenti “purosangue” rimasto inalterato nella struttura originaria — è sicuramente il più alto capolavoro di Lewis, così come assolutamente degni di nota sono gli strumenti della Kelvingrove Art Gallery di Glasgow o della St Paul’s Cathedral di Melbourne (Australia). Tra le commissioni più importanti di Lewis ricordiamo le cattedrali di Ripon, Newcastle (anglicana e cattolica romana), Southwark e Westminster, la St Andrew’s Hall di Glasgow e molte delle principali chiese di Londra come la Christ Church, Westminster Bridge Road, St Peter’s, Eaton Square, Holy Trinity, Paddington e St John’s Upper Norwood.
Lewis era conosciuto anche come scrittore di arte organaria e di fusione di campane. Il suo libro “Lewis’s Organ Building and Bell Founding”, con i suoi dettagli sulle progressive disposizione foniche da adottare dai piccoli ai grandi organi, eserciterà molte influenze su vari importanti designer di organi del XX secolo, tra cui G. Donald Harrison (creatore dell’organo ‘classico’ americano) e Ralph Downes, entrambi i quali hanno riconosciuto il loro merito al maestro londinese.
Thomas Christopher Lewis collaborò anche - nonostante il proverbiale pessimo carattere - con altre importanti case organarie dell'epoca quali Harrison&Harrison e Norman&Beard.
Dopo la sua morte – il 7 gennaio 1915 a Clapham (London) – la sua società continuò a costruire organi fino al 1919, quando gli ormai insostenibili problemi economici costrinsero ad una fusione con la Henry Willis & Sons – si parlò di stile “Willis & Lewis”, anche se il nome di Lewis fu abbandonato poco dopo.